Orari Parrocchia

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11:15; 12.15; 18:00


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schede - Sostenere la fedeltà degli sposi

III. Sostenere la fedeltà degli sposi

1. Accompagnare tutte le famiglie nel loro cammino: “La Chiesa vuole raggiungere le famiglie con un’umile comprensione e il suo desiderio è di accompagnare ciascuna e tutte le famiglie perché scoprano la via migliore per superare le difficoltà che incontrano sul loro cammino” (AL, 200); “tale cammino implica di passare attraverso diverse tappe che chiamano a donarsi con generosità”(AL, 208); “il matrimonio implica un processo dinamico che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio” (AL, 122).

2. Una pastorale per consolidare i matrimoni: “Il prolungarsi della vita fa si che si verifichi qualcosa che non era comune in altri tempi: la relazione intima e la reciproca appartenenza devono conservarsi per quattro, cinque o sei decenni, e questo comporta la necessità di ritornare a scegliersi a più riprese. Non possiamo prometterci di avere gli stessi sentimenti per tutta la vita, ma possiamo certamente avere un progetto comune stabile, impegnarci ad amarci e a vivere uniti finché la morte non ci separi, e vivere sempre una ricca intimità” (AL, 163) “Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture. Tuttavia, dalla nostra consapevolezza del peso delle circostanze attenuanti – psicologiche, storiche e anche biologiche – ne segue che «senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno», lasciando spazio alla «misericordia del Signore che ci
stimola a fare il bene possibile»… Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, «non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada»” (AL, 307-308). “L’amore matrimoniale non si custodisce prima di tutto parlando dell’indissolubilità come di un obbligo, o ripetendo una dottrina, ma fortificandolo grazie ad una crescita costante sotto l’impulso della grazia” (AL, 134)

3. I divorziati risposati: “Accolgo le considerazioni di molti Padri sinodali, i quali hanno voluto affermare che «i battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo. La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate. Questa integrazione è necessaria pure per la cura e l’educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i più importanti»” (AL, 299).
Papa Francesco invita la Chiesa a sostenere l’intero cammino delle coppie e delle famiglie, sapendo che ogni tappa della vita coniugale rappresenta un ulteriore passo in avanti nella maturazione dell’amore. La Chiesa è chiamata ad un accompagnamento saggio, capace di discernere l’azione dello Spirito nel cuore delle persone, anche in mezzo a crisi e difficoltà. Tale discernimento punta al bene concretamente possibile, oggi e qui, cercando di incarnare l’ideale matrimoniale nelle particolari condizioni della vita, sapendo valutare le condizioni soggettive e aiutando gli sposi a ricollocarsi nella sequela del Signore, Sposo fedele. Il Papa sottolinea alcune situazioni come bisognose di un particolare accompagnamento: i primi anni di vita matrimoniale (n. 217-230); i momenti di crisi (n. 323-238), le vecchie ferite che incidono sulla relazione (n. 239-240), le rotture e i divorzi, dove è dovere della Chiesa fare il possibile per integrare anche chi è passato ad una nuova relazione (n. 241-246), le situazioni complesse, come matrimoni misti, famiglie monoparentali, con figli omosessuali (n. 247-252), la morte del coniuge o di un figlio (n. 253-258). Dobbiamo cominciare a formare operatori pastorali idonei alle diverse fasi e problematiche della vita familiare. La genericità non giova.

Domande per il dialogo

1/Quali delle situazioni di vita elencate dal Papa sono oggetto di una particolare cura di accompagnamento nelle nostre comunità e quali non lo sono? Come avviene tale accompagnamento e chi lo fa? E’ personale o di coppia o di gruppo? Quali difficoltà si incontrano?
2/ In parrocchia ci sono cammini di fede per adulti, fraternità di coppie o gruppi genitori, catechesi pre e postbattesimale o altre esperienze. In questi contesti, intorno alla Parola di Dio e alla preghiera, spesso si consolidano tra le coppie relazioni di amicizia, che risultano particolarmente preziose per sostenersi a vicenda, per dialogare e confrontarsi, per aiutarsi nelle fatiche quotidiane. Si sono create queste realtà di gruppo? Sono utili per sostenere le coppie nelle situazioni difficili? Concretamente: come si aiutano quando una famiglia sta attraversando un periodo difficile? Quali nuove esperienze di accompagnamento delle famiglie sono nate dopo il Convegno Diocesano dell’anno scorso?
3/Come accompagnare, discernere, integrare nella comunità le situazioni difficili, tenendo insieme la fedeltà al Vangelo del matrimonio e la misericordia del Padre da far sperimentare a tutti? Sono pronte le nostre comunità ad accogliere e integrare le situazioni più diverse? Il Sinodo chiede con urgenza che ci sia un ministero dedicato a coloro la cui relazione matrimoniale si è infranta (AL, 238). Chi si occupa di questo nella nostra comunità?
4/ Cosa possiamo fare di più e di meglio, a livello di diocesi o di prefettura, per sostenere la fedeltà degli sposi?
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