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04-Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria – Anno A

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria – Anno A

Lc. 1, 26-38
Il male è contagioso ma il Bene è più forte


Martedì, nella preparazione, subito è emersa l'ambiguità di questo racconto in rapporto alla festa che celebriamo, perché il racconto che leggiamo nel Vangelo (Annunciazione) riguarda un'esperienza che Maria ha compiuto durante la sua vita, mentre la festa che oggi celebriamo riguarda l'inizio della vita di Maria. Celebriamo quindi la fedeltà dei suoi genitori, del piccolo ambiente della famiglia in cui è nata, perché è per loro virtù, che Maria è nata con pienezza di vita.
Allora perché viene letto questo Vangelo? Perché nella Scrittura non ce ne sono altri che possano riferirsi alla pienezza di vita con cui Maria è nata, mentre in questo brano c'è una breve espressione nel saluto dell'angelo: "piena di grazia" (greco kekaritomène) che indica questa pienezza. Alcuni traducono anche 'graziosa' o 'benvoluta da Dio', ma di per sé la traduzione 'piena di grazia' è quella che corrisponde di più alla lettera del messaggio.
Dunque per questo motivo è stato letto questo brano: non quindi perché si riferisca alla celebrazione di oggi, ma perché indica questa pienezza di vita che Maria ha ricevuto fin dall'inizio, cioè il fatto che all'inizio la vita è stata offerta a Maria in modo pieno. ‘Pieno’ non significa 'completo', significa con tutte le possibilità che quella condizione consentiva.
Abitualmente questo non avviene, perché noi trasmettiamo la vita in modo molto carente, insufficiente, inadeguato e noi quindi quando siamo nati abbiamo ricevuto la vita con delle imperfezioni, con dei limiti. Non solo quelli strutturali, cioè legati ad ogni creatura, ma anche quelli dipendenti dal peccato del mondo dove ci trovavamo, dall'ambiente inquinato dove siamo nati.
Quindi il primo messaggio contenuto nella festa di oggi è precisamente questo: il male che noi compiamo non riguarda solo noi, ma riguarda anche l'ambiente dove ci troviamo: influiamo sugli altri e sulla trasmissione di vita che realizziamo.
Il secondo messaggio è quello contrapposto, cioè: il bene può trionfare, la vita può vincere, e quindi queste imperfezioni, questi limiti, questi inquinamenti possono essere superati, perché il bene è più potente e la grazia è più forte del peccato.
Chiariamo brevemente questi due aspetti, per poi chiederci, in una terza breve riflessione, quali sono i mali oggi della nostra società che dobbiamo annullare con i nostri atteggiamenti, con le nostre scelte, perché il futuro sia possibile e la storia umana non sia bloccata dall'eccessivo male che gli uomini compiono. Brevemente quindi sono tre riflessioni che credo possano esserci utili per celebrare bene questa eucarestia e deporre sull'altare un impegno rinnovato di fedeltà.

Il male si trasmette

Il male, quello che noi chiamiamo il ‘peccato originale’, secondo una formula tradizionale, ma spesso capita male. Il peccato originale indica l'incidenza negativa che il peccato delle generazioni precedenti ha sulla nostra vita quando veniamo al mondo: la violenza che nella società s'è diffusa, l'egoismo che s'è espresso, l'attaccamento alle cose, la divisione nelle famiglie... Tutto questo incide nel dono di vita che ci viene trasmesso.
Oggi le scienze umane hanno messo in luce questa incidenza, al punto da far pensare che non ci sia possibilità di scampo, che sia così decisivo che ne siamo segnati per tutta la vita. Per alcuni aspetti questo è vero, ma vedremo che la possibilità della grazia è grande. In ogni caso dobbiamo renderci conto che noi incidiamo in quell'ambiente di vita nel quale nascono le nuove generazioni: quelli che oggi nascono trovano un ambiente inquinato dal nostro male. Noi siamo coinvolti in questa azione, perché noi influiamo sugli altri: anche se non siamo genitori, creiamo un ambiente, un clima. Poi i genitori, le famiglie, i nonni, creano quel clima di vita per cui coloro che vengono al mondo trovano difficoltà, a causa appunto dei nostri egoismi, dei nostri peccati, delle nostre violenze.
Questa è la verità fondamentale del peccato originale. Certo, riguarda tutte le generazioni che ci hanno preceduto, ma per fortuna la vita ha trionfato, perché altrimenti non saremmo nati. Per cui non dobbiamo esagerare l’influsso del passato, però dobbiamo riconoscerlo e avere consapevolezza di questo fatto.
Riguardo al male della nostra vita, quando ne prendiamo coscienza è bene accogliere tutto con fiducia, direi gioiosamente. Perché è la condizione per nascere, non possiamo pretendere che la vita ci venga consegnata in una forma piena. In certe situazioni era possibile, per Maria è stato possibile, ma tutto il cammino successivo ha richiesto una continuità di offerte.
Quando noi ci accorgiamo che carenze nella nostra vita che risalgono all'ambiente dove siamo nati, alle generazioni precedenti, dobbiamo alimentare un atteggiamento di positività, di accoglienza gioiosa, perché la vita ha trionfato: siamo nati, siamo vivi. Anzi, se possiamo renderci conto di questi stessi meccanismi vuol dire che la vita ci offre la possibilità di gestirli, di introdurli armoniosamente nella nostra esistenza.
Questo lo dico perché a volte, quando ci rendiamo conto dell'incidenza delle generazioni precedenti, abbiamo un atteggiamento di ostilità, di avversione, quasi che ci abbiano fatto del male. In realtà ci hanno comunicato vita - con delle imperfezioni, con dei limiti - ma la vita ce l'hanno comunicata; ed ha trionfato, se siamo qui a riflettere e se possiamo persino imparare a gestire e introdurre nella nostra esistenza tutte queste componenti, superandole.
Questo vuol dire portare il male delle generazioni precedenti nella nostra carne. La possibilità ci viene confermata dalla festa di oggi.
Ma voglio prima illustrare l'altro aspetto, cioè che anche noi oggi influiamo, incidiamo nella vita degli altri. Per cui quando commettiamo il male, quando facciamo una scelta sbagliata, di egoismo, di ricerca di noi, non possiamo pensare: "Riguarda me, riguarda i miei pensieri, nessuno lo sa". Questo è un errore, è un inganno: spesso il male si riveste, si maschera e cerca proprio di ingannarci. È un inganno, perché non c'è nessun pensiero, nessun sentimento, nessuno stato d'animo, nessun gesto che compiamo, che non incida negli altri intorno a noi e quindi che non crei l'ambiente in cui poi nasceranno le nuove generazioni. Quindi non possiamo tirarci fuori e dire: "Io non c'entro": tutti, tutti siamo coinvolti in questa avventura. Per questo il male riguarda tutti.

La vita può essere consegnata in modo pieno.

Il secondo aspetto è celebrato in questa liturgia. Oggi celebriamo appunto la fedeltà possibile di un piccolo gruppo, di un piccolo resto, che ha consentito la consegna piena della vita a Maria, per cui Maria è diventata il simbolo di questa possibilità: la vita può essere consegnata in modo pieno.
E questo riguarda non solo la nascita, ma ogni giorno: quando noi ci incontriamo, ci salutiamo, ci scambiamo doni di vita, siamo sempre strumenti di un'azione più grande, che è la grazia di Dio, la sua forza creatrice e possiamo comunicare in modo pieno il dono che ci viene offerto.
Cosa richiede questa capacità di dono? Richiede consapevolezza da parte nostra, ma soprattutto richiede fedeltà, attenzione ai nostri egoismi, a tutto ciò che può inquinare il dono che facciamo. Quindi ogni giorno dobbiamo convertirci in questo senso e accogliere il dono di Dio perché in noi fiorisca in forme nuove di dedizione, di fraternità, di amicizia, di attenzione, di tenerezza per gli altri. Proprio come strumenti di questa grande avventura della vita nella storia degli uomini.


I mali principali della nostra società.

Ma per fare questo dobbiamo essere consapevoli anche dei mali principali della nostra società, per contrastarli, per assumere atteggiamenti opposti. Ora non voglio fare un elenco di tutti i mali della nostra società, ma ne voglio almeno ricordare tre, in questo periodo di avvento, per prepararci al Natale e quindi a celebrare la nascita dell'uomo nuovo.

Primo: l'attaccamento al benessere, alle cose. Noi apparteniamo a quella parte dell'umanità che ha dei beni superiori alle proprie necessità, per quella struttura di ingiustizia che abbiamo trovato nel mondo, che non riusciamo ancora a superare, ma che dobbiamo però riconoscere.
Ora, questa situazione provoca in noi un attaccamento ai beni, una ricerca di noi stessi, del benessere a tutti i costi, che poi in questo periodo di Natale ha le sue espressioni nelle compere, nel dispendio di tanti beni che abbiamo a disposizione, di cibi, di doni e così via: queste forme di benessere ostentato che moltiplicano il male della nostra vita, perché rendono abitudine, rendono tradizione quello che è sorto dalla volontà di possesso, dalla volontà di dominio. Certo, noi possiamo vivere anche queste tradizioni in un modo nuovo, ma dobbiamo riconoscere la radice profonda, che è la volontà di possesso, che è la ricerca del benessere, che è l'illusione della quantità.
Riconoscere questo male significa decidere atteggiamenti nuovi: decidere insieme, diffondere abitudini nuove, in modo che il Natale non diventi la festa dell'opulenza, ma la festa della fraternità, dell'amicizia, la celebrazione dell'uomo nuovo che deve nascere in noi, nel nostro ambiente, nella nostra società.

Il secondo male che dobbiamo riconoscere è la violenza: sulla terra ci sono molte situazioni di guerra, ci sono soldati, ci sono bombe che vengono lanciate, contro persone inermi; ma ci sono numerose reazioni ingiuste, sproporzionate. Noi adesso non possiamo decidere di cambiare queste situazioni, però possiamo decidere perché un futuro diverso fiorisca nell'umanità. E ci sono segni di questo futuro, reazioni in molti ambienti, che vogliono appunto diffondere la nonviolenza tra gli uomini e quindi atteggiamenti nuovi, decisioni nuove, anche in situazioni difficili.
Per fare questo dobbiamo maturare già dentro di noi atteggiamenti positivi, volontà di pace. Anche nei nostri rapporti con gli altri, perché solo così la vita si diffonde. Quindi rinnoviamo l’iimpegno perché il futuro appunto sia possibile.

Il terzo male riguarda più da vicino la nostra società italiana. Ricerche recenti hanno messo in luce che l'Italia è ai primi posti per la corruzione in Europa. È il segno di un atteggiamento. È innegabile che in Italia oggi questo rischio sia forte e anche le discussioni recenti hanno messo in luce questa possibilità.
Voi potreste dire: non siamo noi a decidere questo stle di vita. Però possiamo, nel nostro piccolo, diffondere dinamiche nuove: l'attenzione maggiore ai beni comuni, il rispetto delle leggi ecc. Per esempio in tram spesso c'è gente senza biglietto, anche nelle piccole cose cerca dei piccoli stratagemmi per ingannare gli altri, con la scusa che i beni pubblici sono di tutti. Dobbiamo coltivare la sensibilità alla giustizia, alla rettitudine, per diffondere attorno a noi uno stile nuovo di vita. Perché se ci mettiamo tutti insieme a vivere così cresce un nuovo stile, basta un piccolo ambiente per far sorgere uomini nuovi.
Oggi certo, per l'influsso dei mezzi di comunicazione, è difficile creare degli ambienti isolati. È bene anzi che non ce ne siano, perché oggi l'umanità vive a livello planetario. Però questa situazione richiede che ci siano impegni sempre più profondi e rinnovati, per nuovi atteggiamenti in rapporto alla nonviolenza, alla giustizia, alla fedeltà.

Chiediamo allora al Signore oggi di essere attenti a queste esigenze, per non far decadere la nostra vita, per metterci insieme e quindi stimolare una crescita sociale, una fedeltà maggiore alle esigenze della vita, per le generazioni future. Perché quelli che nasceranno troveranno l'ambiente che noi abbiamo creato. Anche se abbiamo nutrito ideali grandi, ma non li abbiamo vissuti, l'ambiente che troveranno sarà quello segnato dalle nostre scelte.
Chiediamo al Signore questa fedeltà. L'immagine di Maria ci ricorda questa possibilità: la grazia è più forte del peccato, il bene è più forte del male.
Accogliamo oggi questo invito che ci viene dall'immagine, dalla fedeltà di Maria, per continuare nella nostra piccola storia anche il suo cammino di fede.
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