Il nostro quartiere ‘confina’:
-a nord, con il quartiere Talenti-Nomentana
-ad est, con via de Podere Rosa (direzione G.R.A.)
-ad ovest, con Monte Sacro (Nomentana, direzione centro)
-a sud, con Via Tiburtina (direzioni: Settecamini-Tivoli)
Arteria Stradale
Il quartiere Casal de’ Pazzi è compreso tra due importanti arterie stradali: la Via Tiburtina e la Via Nomentana. Le vie principali comprese nel nostro territorio sono: Viale E. Kant che unisce, insieme a Via E. Galbani e a Via Casal de’ Pazzi, la Nomentana alla Tiburtina; Via Giovanni Zanardini; Viale C. Marx che attraversa la parte più “chiusa” del quartiere, ma ricca di negozi; Via Casal de’ Pazzi che una volta arrivava fino alla Nomentana e che è stata tagliata in due da Viale Kant rimanendo Via Casal de’ Pazzi all’altezza di Via Palombini e diventando Via Giovanni Zanardini, fino alla Nomentana. Le Vie minori ma significative perché più interne nel quartiere sono: Via Bartolo Longo, che lambisce il carcere di Rebibbia; Via Palombini; Via Michelangelo Tilli.
Il territorio prima del Quartiere
Il territorio su cui nel 1975 sorse il Quartiere Casal de’ Pazzi era, fino ad allora, pascolo o terreno a varie colture, suddiviso tra vari proprietari, ognuno con la sua cascina: uno era la famiglia Casorri, che ancora abita nella vecchia casa all’angolo tra Via Tilli e via Bubani.
Poi c’erano numerosi resti archeologici, per lo più ignoti, vecchie ville e cascine romane, identificati negli anni successivi, accidentalmente od a seguito di ricerche sistematiche.
I resti di una costruzione (villa o fattoria) occupavano una collinetta, coronata da una cintura di cipressi, estremamente suggestiva: avrebbe dovuto essere identificata quando lo scavo dell’estremità di via Tilli la tagliò in due, ma evidentemente la ditta che costruiva la strada preferì evitare interruzioni archeologiche di imprevedibile durata.
Alcuni anni dopo, nel corso dello scavo per la costruzione di un edificio di abitazione, venne identificata, i lavori fermati, e ciò che era rimasto del sito (con tanto di cisterna) venne portato alla luce e valorizzato. Altri siti furono identificati e ricoperti (uno sta nel piazzale adiacente il Mercato coperto).
C’era già, da prima della II guerra mondiale, la Regia Stazione Sperimentale per l’Agricoltura, c’era la Torre di Rebibbia, che sta ancora a destra di Viale Galbani, prima del distributore ERG, c’era, ovviamente, a giustificare il nome del quartiere, il Casale de’ Pazzi, all’angolo tra la via Nomentana e via Casal de’ Pazzi, vecchia dimora fortificata di campagna della famiglia fiorentina de’ Pazzi, resa famosa dalla congiura contro i Medici ed a cui apparteneva S. Maria Maddalena de’ Pazzi.
C’era, infine, su una collina prospiciente la Nomentana, una Villa appartenuta alla famiglia Farinacci (già proprietaria di molti terreni lì attorno), confiscata dopo al guerra e, nel 1974, affittata dal comune ad un Ristorante per comitive Via Casal de’ Pazzi, a quei tempi, correva lungo quelli che poi diventarono, nell’ordine, via Zanardini, viale Kant, via Bertero, di nuovo viale Kant, poi viale Galbani, per finire poi con il tratto finale che ne conserva il nome, dalla sede della TERNA alla via Tiburtina.
Il Piano Viario originale
Nel Piano Regolatore originale viale Kant avrebbe dovuto far parte della Tangenziale EST (nome poi assegnato all’attuale arteria che congiunge la zona di San Giovanni con l’Olimpica), un’arteria di scorrimento veloce che, partendo dal GRA in prolungamento della A1, all’altezza del Quartiere Colle Salario, si sarebbe congiunta a via Fucini, via Graf e poi, attraversando l’attuale Parco dell’Aniene e scavalcando il fiume sul prolungamento dell’attuale Viale Kant dopo l’incrocio con via Bertero, avrebbe attraversato il quartiere di Pietralata per poi, alla fine, raggiungere via Cristoforo Colombo, costituendo l’asse dello SDO (Sistema Direzionale Orientale). Il progetto fu poi abbandonato per vari motivi: nella zona che ci interessa le cause furono l’urbanizzazione selvaggia di via Graf e la creazione del Parco dell’Aniene. In tale Piano viale Kant doveva correre ad oltre 5 m sopra l’attuale tracciato e via Fiori/viale Marx e via Zanardini/ via Spinoza dovevano passargli sotto, assicurando così facile comunicazione tra la parte Est e quella Ovest del quartiere (questo il motivo della discesa finale di via Fiori e della salita iniziale di viale Marx). Inoltre via Tilli avrebbe dovuto proseguire nell’attuale parco e servire ulteriori edifici previsti ai margini delle golena dell’Aniene. Nel tracciato viari attuale, una particolare menzione merita il Largo Fausto Vicarelli (il piazzale adiacente l’entrata principale della Chiesa): è intitolato ad un parrocchiano, Professore di Economia alla Sapienza, consulente del Governatore della Banca d’Italia, stimato e compianto riferimento del nostro quartiere, membro attivo della Comunità parrocchiale, scomparso prematuramente il 23 Novembre 1986.
I primi insediamenti ed i primi tempi
I primi edifici ad essere costruiti furono gli edifici A, B, C e D del Consorzio ACLI (situati lungo le vie Tilli e Fiori), ultimati ed occupati nella primavera metà del 1975, e l’edificio Galileo (situato lungo via Bertero) occupato da Aprile del 1976 e completato nel dicembre dello stesso anno, per un totale di 750 appartamenti e circa 3.000 abitanti. Era stato inoltre realizzato l’edificio che oggi ospita la sede della Banca MPS nonché vari edifici commerciali, ma non ancora occupato.
Gli unici servizi di cui disponeva il quartiere alla fine del 1976 erano una scuola elementare adiacente l’edificio B, lungo via Fiori ed una cooperativa di consumo delle ACLI adiacente alla scuola; poi alcuni telefoni pubblici (tutte le case erano prive di telefono). Alcuni palazzi erano privi di gas.
Sia via Tilli che via Fiori avevano al centro profonde trincee destinate ad alloggiare la rete fognaria, ancora incompleta: spesso questo causava l’allagamento dell’incrocio tra viale Kant e via Fiori con conseguente parziale isolamento del quartiere. La costruzione delle future scuole di piazza Gola era in forte ritardo. L’unica linea di trasporto pubblico era il bus 311 che aveva frequenze molto basse e che passava su viale Kant.
Il primo Comitato di Quartiere.
3000 persone estirpate dai loro quartieri d’origine, con gravi problemi comuni, scoprirono allora i metodi democratici cui molti di loro non erano abituati: cominciarono le assemblee spontanee, le manifestazioni presso la sede circoscrizionale, la lotta, la protesta in varie forme che, alla fine, permisero di ottenere l’assegnazione dei nostri ragazzi alle scuole medie di Rebibbia e di uno ScuolaBus per il trasporto, l’accelerazione della chiusura della rete fognaria, il collegamento di quasi tutte le abitazioni alla rete telefonica.
Nell’onda entusiastica dei successi ottenuti fu facile opporsi ad un tentativo di trasformare, abusivamente, l’unico pezzetto di verde esistente in quartiere (quello all’incrocio tra via Bubani e via Tilli) in un parcheggio. In queste assemblee autoconvocate, che in genere si svolgevano nei sotterranei del futuro edificio delle banca, si distingueva la figura calma ma convincente di Fausto Vicarelli che moderava, indirizzava, chiariva, diventando di fatto un leader, schivo quanto autorevole che, soprattutto, educava alla vera democrazia.
Successivamente il Comitato si batté con successo per estromettere l’attività commerciale di ristorazione dalla Torre Farinacci e per recuperare i locali ad attività culturali: le lungaggini burocratiche hanno fatto sì che la Torre sia stata per almeno tre volte occupata (da Centri Sociali) e restaurata ma mai (tranne un breve periodo di un paio d’anni, in cui fu co-gestita dal Coro, l’Associazione Culturale ed il Comitato di Quartiere) assegnata ad attività concrete: dopo l’ultimo restauro sta di nuovo andando, solitariamente, in rovina, ma… protetta da una robusta recinzione!
Le iniziative culturali del quartiere.
La prima attività culturale del quartiere fu quella teatrale, ad opera di Grazia Cignitti (regista ma anche autrice ed adattatrice), di Paolo Bochicchio e di Dante XXXX: diecine di rappresentazioni nei primi 5 anni, in luoghi rimediati (la Baracca, il Negozio, i sotterranei della banca, la Sala Sociale della Cooperativa “Piazza Quadrata”).
Qualche anno dopo i primi insediamenti fu fondata in quartiere una Associazione Culturale Casal de’ Pazzi per iniziativa di molti appassionati, ossessionati dall’idea che il quartiere potesse prima io poi trasformarsi in un dormitorio.
Ne fu Presidente, fin dalla sua fondazione, Salvatore Boenzi, recentemente scomparso. Le attività che svolse furono innanzitutto di carattere musicale: il Coro già menzionato, che poi diventò Associazione autonoma, e corsi di musica (chitarra, flauto, pianoforte); però nacque e prosperò rapidamente una nuova, più impegnativa attività di Teatro sotto guida di Gianni Calviello: egli mise su una Compagnia dilettantistica di notevole valore,che si esibì per anni, prima in quartiere poi in alcuni locali prefabbricati, già adibiti a scuola e resisi disponibili dopo la costruzione di un fabbricato permanente per la scuola a Rebibbia.
I Parchi
Questo quartiere, di dimensioni tutto sommato non eccessive, vanta ben tre parchi: la Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, il Parco Regionale di Aguzzano, ed il Parco Urbano Petroselli. Il primo costeggia la riva destra dell’Aniene, il secondo è compreso tra il nostro quartiere, Rebibbia, Casale San Basilio, San Cleto, Podere Rosa, la Via Nomentana, il terzo, il più curato, è compreso nell’angolo tra Via Nomentana e viale Kant Il primo è in parte coltivato a pascolo e comprende anche due piccole cascine, molti “orti urbani” nonché il Centro Sociale La Torre; il secondo comprende prati, boschi, bei filari di pini romani e contiene parecchi vecchi casali agricoli, alcuni dei quali oggi sede di attività culturali tra cui il Centro XXXXxxxXXXX; all’interno del terzo, il più curato, si trovano il Casale Nuovo di Aguzzano (che ospita la Casa dei Chierici Regolari, un ordine monastico tedesco) e Torre Farinacci In tutti vi sono parchi giochi di varia dimensione, piste ciclabili, sentieri pedonali, panchine.